Partito di Alternativa Comunista

PARAGUAY: A DUE ANNI DALLA SALITA AL POTERE DI LUGO

PARAGUAY: A DUE ANNI

DALLA SALITA AL POTERE DI LUGO

Supplemento al Correo Internacional

Il 15 agosto 2010 si sono celebrati due anni dalla salita al potere di Fernando Lugo in Paraguay, giunto al governo nella storica giornata del 20 aprile 2008, in cui il popolo povero, stanco di 61 anni di miseria e repressione, inflisse una sconfitta elettorale all’odioso Partido Colorado (1). La competizione elettorale, tuttavia, ha consegnato il potere a un governo di collaborazione di classe, un governo che continua a governare per i ricchi.

Sin dalla sua apparizione sulla scena politica, Fernando Lugo risvegliò nella maggioranza della classe lavoratrice un legittimo sentimento di speranza. Le masse sfruttate riposero in lui la loro fiducia e le loro legittime aspirazioni ad un reale cambiamento (2).
Le principali dirigenze sociali e di sinistra subito cominciarono a predicare alle masse che si doveva appoggiare la candidatura di Lugo per ottenere "l'alternanza" al potere, sconfiggere la "cricca mafiosa" (3), e così "aprire le porte" e "democratizzare" il paese. Il governo Lugo finì per essere definito dalla maggioranza della sinistra paraguayana, né più né meno, come il "primo passo verso il socialismo".
A questo punto e considerando i fatti, che hanno la testa dura, le avanguardie e le dirigenze sociali e politiche della sinistra paraguayana debbono porsi domande semplici ma che consideriamo centrali. Per quali interessi di classe governa Lugo? Cosa è cambiato, effettivamente e favorevolmente, per la vita della classe lavoratrice, dei contadini poveri, degli abitanti delle borgate e degli altri settori sfruttati del Paraguay? Il governo è "nostro"?

 

Verso che direzione va Lugo?

Fernando Lugo si è autoproclamato "cerniera" fra tutti i settori politici che lo appoggiavano e ha annunciato di non rispondere ideologicamente né alla destra né alla sinistra. Ha detto che la sua politica sarebbe stata di "centro", come il "poncho juru" (4). Parole suggestive, pure menzogne, trappola mortale.
La nostra è una società divisa in classi sociali che lottano ciascuna difendendo interessi antagonistici. Non esiste la minima possibilità, oggettivamente, di mantenersi neutrali o collocarsi al "centro". La lotta di classe non ammette punti mediani.
Fernando Lugo governa, senza incontrare ostacoli, per i capitalisti e l'imperialismo. Il suo governo ha tradito la fiducia e le speranze popolari. Ha dimostrato di essere "più realista del re", un deplorevole continuismo dei "colorados" e, sotto certi aspetti, anche peggio.
Ha nominato ministro delle finanze Dioniso Borda, lo stesso del governo "colorado" di Duarte Frutos ed è sceso a patti con settori imprenditoriali e latifondisti raggruppati nel Plra (5). Dal potere ha cominciato ad applicare un vero "nicanorismo economico" (6), con progetti di privatizzazioni (7) e un forte aumento del debito estero attraverso la Bid (8) e la Banca Mondiale, che hanno aperto una "linea di credito" per il paese di più di un miliardo di dollari.
In quanto alla riforma agraria, Lugo annuncia "risultati" soltanto a per il 2023 e frattanto si è dato alla brutale repressione delle occupazioni di terre prodottesi già nelle prime settimane del suo governo. Ha militarizzato il nord del paese con cinque manovre militari congiunte delle forze armate e della polizia fra l'ottobre 2009 e l'aprile 2010, una delle quali nel quadro dello stato d'assedio proclamato in cinque dei più grandi dipartimenti del paese.
La "riforma agraria" di Lugo si è risolta in centinaia di contadini imputati, detenuti, feriti e diversi dirigenti assassinati dalla polizia. È stato con questo governo "democratico e progressista", come ama definirlo il Pcp (9) che il ministero dell'interno e la polizia hanno visto aumentare a dismisura il loro bilancio.
La politica repressiva si è approfondita scivolando verso una chiara "colombizzazione" delle forze repressive. Lugo si vanta pubblicamente degli accordi firmati col criminale governo di Uribe, da cui si approvvigiona di armi e consiglieri istruiti negli Usa.
Il governo Lugo-Plra ha ammainato anche la bandiera della tanto citata rinegoziazione del leonino Trattato di Itaipù (10) con il Brasile. Lo stesso direttore paraguayano dell'impresa idroelettrica "binazionale", Gustavo Codas (11), ha annunciato la capitolazione del governo rinunciando a cambiare il testo del trattato di Itaipù. Né si possono dimenticare gli scandali dei figli illegittimi non riconosciuti e di machismo, o i casi di grossolano nepotismo nell'amministrazione pubblica con la scusa che "anche la famiglia ha diritto a lavorare".
Il governo Lugo-Plra, contrariamente a quanto fa con i poveri, non ha mai attaccato i ricchi o gli interessi dell'imperialismo. Ad esempio, in Paraguay oggi la soia registra un raccolto record e regala profitti enormi ai coltivatori, ai quali Lugo ha garantito la "pace sociale" e la protezione per mezzo di una brutale repressione delle lotte contadine e la cooptazione dei loro principali dirigenti.
Rispetto alla classe lavoratrice urbana, Lugo ha colpito i diritti acquisiti dagli statali. Impera la persecuzione sindacale, mentre le violazioni dei diritti lavorativi da parte degli imprenditori - come l'obbligo di pagare il salario minimo o l'assicurazione sociale - continuano a restare impunite.
D'altra parte, mantiene la risibile "imposta sul reddito d'impresa" del 10%, a suo tempo varata dal "colorado" Nicanor Duarte.
E potremmo ancora continuare a sgranare il rosario di fatti che disvelano la realtà del governo Lugo, che ha scelto di governare con e per i poteri forti del Paraguay mantenendo il paese sotto le grinfie dell'imperialismo.

 

Due posizioni nella sinistra di fronte al governo

Nella competizione elettorale del 2008, come Partido de los Trabajadores (Pt), sezione della Lit‑Ci in Paraguay, ci schierammo contro il progetto di collaborazione di classe, che denominammo di fronte popolare, rappresentato da Lugo, presentando una nostra candidatura alla presidenza (12) sulla base della parola d'ordine dell'indipendenza di classe, mentre la grande maggioranza della sinistra fece appello a votare per Lugo.
La sinistra che potremmo definire sinistra "lughista", attualmente raggruppata nel c.d. "Fronte Guasu"
Di fronte ad ogni provvedimento repressivo o antipopolare, le sinistre "lughiste" cercano di nascondere o diluire ogni responsabilità politica di Lugo. È così che, qualsiasi cosa negativa avvenga, si verifica per "responsabilità di qualche ministro o della destra reazionaria". Quando Lugo ha dichiarato lo stato d'assedio, propone l'approvazione della "legge antiterrorismo" (14) e la modifica della Legge di Sicurezza Interna affinché le forze militari possano controllare le piazze con armi di guerra senza necessità da dichiarare lo stato d'assedio, la maggioranza della sinistra ha proclamato che tutto era parte di "un piano della destra per allontanare Lugo dalle proprie basi sociali" o che l'aspetto peggiore della legge "antiterrorismo" sta nel come i "governi successivi" potrebbero utilizzarla.
È con questo armamentario politico che questa "sinistra" frena o svia le lotte e fa ingoiare i già tanti rospi, come i recenti accordi di Lugo con i "colorados" e gli "oviedisti" (15) - che Lugo diceva di voler combattere definendoli "la cricca mafiosa" - nella ripartizione di incarichi nel Congresso e nelle alte sfere dello Stato.
Per le forze "democratiche e progressiste lughiste", criticare Lugo equivale a "fare il gioco della destra" o "contribuire al giudizio politico" (16). Queste sinistre si sbagliano. La critica e l'opposizione al governo Lugo, per la sinistra, non implica alcun sostegno ai putrefatti partiti della destra tradizionale. Il Pt ha sempre denunciato questi rancidi settori golpisti come nemici dichiarati del popolo, ciò che non gli ha impedito di denunciare che è in realtà il governo a fare il loro gioco.
(13), sin dall'inizio ha firmato a Lugo una cambiale in bianco. Fin quando il fenomeno costituiva una novità, questa politica era, se non altro, comprensibile, benché non giustificabile. Ma ora, nonostante le misure antipopolari di questi due anni, invece di rompere col governo ed il suo presidente, la sinistra "lughista" appoggia e/o giustifica ognuno dei provvedimenti governativi. In effetti, la maggioranza della sinistra appoggia politicamente questo governo borghese e continua a predicare alle masse popolari la necessità di riporre in esso fiducia e di avere "pazienza".

 

Esistono solo due strade? Per un terzo polo classista e socialista!

Bisogna rompere questa presunta "polarizzazione" tra la destra tradizionale e il governo di Lugo. Questa convinzione, peraltro falsa, è incoraggiata dalla stampa borghese. Una gigantesca campagna mediatica spaccia perfino Lugo per "marxista" e segnala che vuole "imporre" la lotta di classe.
I furibondi attacchi della destra tradizionale contribuiscono a dare l'impressione che il governo di Lugo sia "di sinistra". In realtà, è normale che esistano scontri autentici e forti attriti. Tuttavia, a livello strategico, i due "blocchi" poggiano sulla stessa base: mantenere lo sfruttamento capitalista e la sottomissione del paese all'imperialismo sconfiggendo i movimenti sociali. La vera contesa è su chi controlla, dal potere, le leve dello Stato e ... gli affari.
"O la destra reazionaria oppure il governo di Lugo" è una falsa alternativa. I comunisti rivoluzionari e gli attivisti onesti dei movimenti sociali non debbono cadere nell'inganno.
Spetta alle masse lavoratrici delle campagne e delle città aprire la strada verso la costruzione di un'alternativa alla sinistra "lughista": un terzo polo politico che si opponga sia alla destra tradizionale che al governo di Lugo.
Per la Lit‑Ci e il Pt del Paraguay questo compito è urgente e necessario e ci impegniamo come strumento politico per affrontarlo.

 

 

(1) il Partido Colorado è il principale partito borghese in Paraguay. Ha governato il paese per 61 anni, compresi i 35 anni di sanguinaria dittatura militare con a capo Alfredo Stroessnner (1954-1989).

(2) Secondo le rilevazioni statistiche, assumendo il potere Fernando Lugo godeva del 93% di appoggio popolare, ciò che neppure il governo successivo alla caduta della dittatura nel 1989 aveva ottenuto.

(3) Durante la sua campagna elettorale, Lugo concentrò la sua critica solo sulla cupola del Partido Colorado, sulla "cricca mafiosa" che, a suo dire, si era "impadronita" dei principi di questo partito, svilendoli.

(4) Espressione guaraní che significa "l'apertura del poncho".

(5) Partido Liberal Radical Autentico: insieme al Partido Colorado è il partito borghese con maggior peso e anche il più conservatore e reazionario.

(6) Ci riferiamo qui a Nicanor Duarte Frutos, ultimo presidente "colorado" (2003-2008) prima della vittoria di Lugo in alleanza con il Plra.

(7) Una volta scoppiata la crisi internazionale, Lugo e il suo staff economico hanno presentato un "piano anticrisi" che prevede la privatizzazione di tutti gli aeroporti internazionali e delle principali rotte del paese.

(8) Banca Interamericana di Sviluppo.

(9) Partito Comunista Paraguayano.

(10) Il Trattato di Itaipù ha dato luogo alla costruzione della diga omonima, all'epoca la più grande del mondo. Grazie a questo trattato, firmato dai dittatori paraguayano e brasiliano nel 1973, il Paraguay è obbligato a vendere l'eccedenza di energia elettrica che gli spetta (50%) unicamente al Brasile e al prezzo di costo.

(11) Gustavo Codas è un dirigente socialdemocratico che ha vissuto quasi trent'anni in Brasile ed ha fatto parte del primo gruppo di consiglieri di Lula nel Pt brasiliano. È per questo che Lula, in realtà, ha non uno, bensì due direttori a Itaipù.

(12) Il Pt ha presentato la candidatura di Julio López alla presidenza e altre 243 candidature operaie, contadine e popolari.

(13) Il Frente Guasu (Fronte Ampio in guaraní) è un raggruppamento di partiti "socialisti", socialdemocratici e perfino borghesi, con dirigenti dei movimenti sociali. Si proclamano "lughisti".

(14) Mediante questa legge, qualsiasi azione che "costringa" può essere definita da un giudice come "azione terroristica" e sanzionata con pene fino a 30 anni di carcere.

(15) Si tratta del settore diretto dall'ex generale Lino César Oviedo, militare golpista e responsabile dell'assassinio di sei giovani durante i fatti del "marzo paraguayano". Oviedo è il Pinochet del Paraguay.

(16) Il "giudizio politico" è come un golpe politico per destituire il presidente nel quadro "legale e istituzionale". La destra tradizionale lo utilizza permanentemente per fare pressioni sul governo. Il Pt del Paraguay si pone contro il giudizio politico a Lugo.

 

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Il movimento sindacale paraguaiano comincia ad alzare testa

 

 

Negli ultimi mesi abbiamo assistito in Paraguay a una successione di lotte sindacali, manifestazioni e scioperi di diverse grandezze e dai vari esiti.
Lo scorso 17 giugno, il Tavolo di Coordinamento Sindacale (Mcs), siglando un patto d'unità di azione con altri settori sindacali, è stato protagonista di una marcia di più di 8.000 lavoratori e lavoratrici statali, esigendo il rispetto del diritto acquisito delle 6 ore lavorative nel settore pubblico. Una marcia e una manifestazione che non si vedevano da più di un decennio. Oggi la classe lavoratrice sta dando segni di un attivismo promettente. Sono sintomi che esprimono un processo lento, ma continuo, di recupero del movimento sindacale.
Le attuali cupole delle centrali tradizionali hanno abbandonato tutti i principi del sindacalismo classista per trasformarsi in sostegno del governo Lugo‑Plra.
È per questa ragione che è urgente rinnovare la dirigenza sindacale. In questo quadro, un fattore importante è stata la comparsa e il consolidamento del Tavolo di Coordinamento Sindacale (Mcs).
Le lotte si stanno realizzando in condizioni molto difficili e come risultato danno successi, progressi, così come sconfitte e arretramenti provocati dagli attacchi concentrici cui sono fatte oggetto.
La cosa importante, tuttavia, è il processo d'insieme segnato dal rafforzamento dell'organizzazione e dalle lotte dei lavoratori.

 

Un passo avanti nella riorganizzazione: una nuova centrale

La nascita e il consolidamento del Tavolo di Coordinamento Sindacale e la maggior consapevolezza delle necessità dell'insieme della classe hanno favorito il sorgere di un processo di costituzione di una Centrale che dovrà raggruppare lavoratrici e lavoratori del settore pubblico e privato. La proposta comprende, inoltre, organizzazioni contadine, indigene e dei settori popolari.
È necessario, per affrontare le lotte presenti e future, disporre di un'organizzazione superiore che centralizzi le organizzazioni di base e le lotte ai fine di migliorare le condizioni in cui queste si sviluppano ed aumentare le possibilità di conquiste. Questo processo presuppone la costruzione sui principi di solidarietà, indipendenza di classe, autonomia sindacale, democrazia operaia e internazionalismo proletario.
Il Pt e la Lit‑Ci metteranno tutte le proprie energie militanti per appoggiare questo processo nella convinzione che ciò rappresenta un passo importante per la lotta per gli interessi socioeconomici e politici della classe lavoratrice del Paraguay.

 

(Traduzione dall'originale in spagnolo di Valerio Torre)

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