di Michele Rizzi (*)
Le elezioni europee, la cui legge proporzionale è ancora suscettibile di un cambiamento in senso maggioritario con la creazione di una soglia di sbarramento (terreno di discussione odierno dei due principali partiti della borghesia italiana, Pd e Pdl), avverranno con una sinistra governista divisa e a caccia di qualche europarlamentare per sopravvivere, con un Prc ferreriano al lumicino di strategia politica e di militanza, aggravate dalla scissione di ieri di Vendola che porta con sé circa il 40% del Prc (su questo tema torniamo nei prossimi giorni), e il resto della Sinistra arcobaleno che dovrebbe aggregarsi attorno ad un nuovo cartello elettorale.
Già ora, in realtà, la legge elettorale per le europee prevede una soglia di sbarramento prima ancora della presentazione di una lista: infatti, salvo che non si abbiano rappresentanti nel parlamento nazionale o europeo, bisogna raccogliere circa 35 mila firme a circoscrizione con vincoli sulla raccolta in ogni regione. In questo modo, così come accade con le elezioni politiche, i maggiori partiti della borghesia decidono chi può partecipare alle elezioni e chi deve essere eletto.
Il Pdac, così come fece per le elezioni politiche dello scorso anno, promuoverà un appello per un fronte unico elettorale di tutte le realtà politiche e sociali interessate a dare visibilità anche in campagna elettorale alle lotte dei lavoratori: caratterizzato da un profilo di opposizione di classe ai due poli della borghesia, chiaramente distinto dalle forze della sinistra riformista che hanno governato, continuano a governare e rilanciano anche per le prossime elezioni locali accordi di governo con il Partito Democratico.
Rilanciare l'opposizione di classe alle giunte della borghesia
Il 6 e 7 giugno saranno i giorni anche delle amministrative, soprattutto provinciali. Qui, tutto l'ex Arcobaleno (dal Prc a Sd) si riunisce nella presentazione in alleanza con il Pd per continuare a gestire, in alternativa al Pdl, le politiche capitaliste sul territorio locale (dalla privatizzazione dei servizi pubblici alla delocalizzazione delle aziende).
Il Pdac si presenterà in questa tornata elettorale amministrativa come alternativa anticapitalista, utilizzando la campagna elettorale come tribuna di propaganda rivoluzionaria del suo programma incentrato sulla risposta dei lavoratori alla crisi del capitalismo, riassunta efficacemente dallo slogan “che la crisi del capitalismo la paghino padroni, banchieri e finanzieri”.
Per questo, sin da subito, le nostre sezioni sono impegnate nella raccolta delle firme nei posti dove si vota: per la presentazione autonoma o in un fronte unico elettorale locale con movimenti di lotta ed altre realtà politiche e sociali, attorno ad un programma anticapitalista, quindi in dichiarata opposizione a qualsivoglia giunta.
Si aggrava la deriva dei centristi e il Pcl entra in giunta nel foggiano
Differente -e lontano dalle esigenze di una ripresa delle lotta di classe- continua invece a essere, proclami a parte, il ruolo di quelle forze che definiamo "centriste" perché oscillano al centro tra posizioni rivoluzionarie (in genere solo declamate) e posizioni riformiste (in genere praticate).
Un esempio indicativo è il Pcl di Ferrando (che, grazie a una costante campagna scandalistica, mantiene uno spazio giornalistico al di là delle dimensioni reali): nato sullo slogan “la sinistra che non tradisce” e presentatosi quale opposizione tanto ai governi (e alle giunte) di centrosinistra che di centrodestra, è entrato (pochi giorni fa) nella giunta comunale di Cerignola (Foggia), guidata dal Pd: e lo fa con un suo importante esponente nazionale, Michele Conte (applauditissimi i suoi richiami a Di Vittorio e Togliatti al meeting nazionale del Pcl dell'estate scorsa che lanciava "l'antiparlamento") (1).
Cerignola è uno tra i più importanti comuni della Puglia, qui il Pd e la sinistra di Vendola hanno un chiaro ruolo di attacco fortissimo ai diritti dei lavoratori. Il Pcl si è avvicinato al governo locale attraverso una marcia di qualche mese: prima sostenendo dall'esterno, col proprio consigliere, il sindaco; poi invocando "visibilità" e infine entrando direttamente al governo con Pd, Prc e socialisti, in una nuova formula dell'Unione... allargata a Ferrando. Peraltro lo stesso leader del Pcl è venuto più volte in Puglia e proprio mentre si preparava questa svolta governista del suo partito ha partecipato a una tavola rotonda (organizzata dal Pcl) con sindaci e assessori (2). Un segnale politicamente chiaro, alla vigilia delle elezioni amministrative in tante città d'Italia.
L'autonomia di classe dei comunisti
Alternativa comunista, invece, ha sempre creduto, che governi locali e governi nazionali da un punto di vista di classe uguali sono e che l'entrata dei comunisti nei governi della borghesia sia un tradimento degli interessi di classe dei lavoratori e un collocarsi -al di là del richiamo a "programmi di svolta"- dall'altra parte della barricata nelle lotte quotidiane.
Per questo il nostro partito si è costruito fino ad oggi e continua a costruirsi nella più completa indipendenza di classe dai partiti della borghesia e dalle loro politiche ed in opposizione frontale ai loro governi e alle loro giunte. Con questo spirito parteciperemo anche alle elezioni di giugno.
note
(1) La composizione della nuova giunta di Cerignola, in cui il sostegno del Pcl è stato premiato con l'assessorato allo Sport: http://www.capitanata.it/newsrecord_long.php?tar=7454
(2) L'incontro, nelle settimane della svolta governista, organizzato dal Pcl e concluso da Ferrando. Una tavola rotonda col vicesindaco, gli assessori all'Agricoltura del comune e della provincia, il presidente del Consorzio per la bonifica, e altre "autorità".
http://www.mediafoggia.it/article/articleview/20824/1/6/