Partito di Alternativa Comunista

I VERI SCOPI DI UN DECRETO VELENOSO

Brunetta
I VERI SCOPI DI UN DECRETO VELENOSO
 

 
di Patrizia Cammarata
 
Continueranno a dormire fra due guanciali, ne siamo certi, i “dipendenti fannulloni” che sono serviti da esempio a Brunetta per la sua propaganda contro tutti i lavoratori pubblici. Continueranno a dormire fra due guanciali, protetti, sicuri e probabilmente premiati, gli amici dei politici e gli amici degli amici che, dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, andavano in spiaggia o in barca nelle località del sud durante l’orario di lavoro, oppure maltrattavano gli utenti, preferibilmente se immigrati, a un pubblico sportello di qualche ufficio del nord.

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Questi dipendenti “assenteisti”, “fannulloni” e “maleducati” esistono e continueranno ad esistere nonostante il Decreto Brunetta, minoranza protetta proprio dai politici, dai dirigenti e dagli amici degli amici dei partiti e delle cordate di potere vicino a Brunetta, o al ministro di turno. Non è contro di loro, infatti, che si rivolge il Decreto Brunetta, ma contro la stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici che lavorano ogni giorno per un salario che mediamente si aggira sui 1.000 - 1.500 euro e con carichi di lavoro gravosi, negli asili nido, negli ospedali o nei pubblici uffici, e che “fannulloni” non sono, ma isolati sicuramente sì, e soprattutto disarmati da una politica sindacale concertativa e collaborazionista che negli anni ha preparato il terreno per quest’ennesimo e rivoltante attacco.
 
DECRETO BRUNETTA: QUALCHE ASSAGGIO DELLA MINESTRA AVVELENATA
Il “decreto legislativo d’attuazione della legge 4 marzo 2009 n.15 in materia d’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e d’efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni” (meglio conosciuto come Decreto Brunetta), del 27 ottobre 2009, stabilisce che ogni Amministrazione, singolarmente o in forma associata, deve dotarsi di un “Organismo indipendente di valutazione della performance” (il dipendente pubblico per Brunetta non eroga un servizio, ma si esibisce in una “prestazione”). Per quanto riguarda i lavoratori il cuore (si fa per dire) del decreto è contenuto in questi passaggi: “E’ fatto divieto di distribuire gli incentivi in maniera indifferenziata o sulla base d’automatismi estranei al processo di valutazione”. “In ogni graduatoria il personale è distribuito in tre fasce in modo che: a) il 25% è collocato nella fascia di merito alta, alla quale corrisponde l’attribuzione del 50% delle risorse destinate al trattamento accessorio collegato alla performance individuale; b) il 50% è collocato nella fascia intermedia alla quale corrisponde l’attribuzione del 50% delle risorse destinate al trattamento accessorio …; c) il restante 25% è collocato nella fascia di merito bassa, alla quale non corrisponde l’attribuzione di alcun trattamento accessorio…” (comma 2. art.19).
In poche parole il salario accessorio non sarà più oggetto di contrattazione, a parte un’esigua percentuale, ma sarà disciplinato per legge attraverso un meccanismo di meritocrazia affidato ai dirigenti. In questo modo solo il 25% dei lavoratori potrà avere il massimo della produttività, metà del personale solo il 50% e il 25 % nulla. Qualsiasi strumento oggettivo per la valutazione è spazzato via e i salari s’impoveriranno ulteriormente per la maggior parte dei lavoratori. S’inasprisce inoltre il codice disciplinare prevedendo in alcuni casi il licenziamento senza preavviso e si profila il rischio della possibilità per l’Amministrazione di licenziare i dipendenti “scomodi”. Un lavoratore potrà essere licenziato senza preavviso in diversi casi, fra i quali la “reiterazione nell’ambiente di lavoro di gravi condotte aggressive e moleste o minacciose o ingiuriose o comunque lesive dell’onore e della dignità personale altrui”. Anche il dipendente al quale sarà assegnato un “insufficiente rendimento” per almeno un biennio potrà essere licenziato.
I comparti della Pubblica Amministrazione sono ridotti a quattro e la loro composizione prefigura il tentativo d’impedire la presenza e la rappresentanza delle organizzazioni di base ai tavoli della trattativa nazionale. Le elezioni Rsu della scuola non si faranno alla scadenza, ma sono spostate a novembre 2010 e quindi le Rsu esistenti resteranno in carica ancora un anno.
 
IL PLAUSO DI CONFINDUSTRIA E LA FALSA OPPOSIZIONE DEI SINDACATI CONCERTATIVI
"Abbiamo espresso forte condivisione nei confronti del provvedimento del ministro Brunetta". Lo ha detto il direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli, commentando in conferenza stampa a palazzo Chigi il decreto. (Il Sole 24 Ore Radiocor, Roma 05/10/09).
La falsa opposizione di qualche sindacato che, anziché organizzare i lavoratori in una protesta per il ritiro del decreto, si è limitato a suggerire correttivi al testo, ha ancora una volta dimostrato la collaborazione con il governo e l’adesione ideologica alle sue proposte, ed è la logica conseguenza dei contenuti del famoso Memorandum, firmato all’epoca del governo Prodi da tutte le organizzazioni sindacali concertative.
 
L’UNICA STRADA DA PERCORRERE PER I LAVORATORI
E’ evidente che lo scopo principale del padronato è quello di innescare una guerra tra poveri senza precedenti fra i dipendenti della Pubblica Amministrazione, in modo che, anziché organizzarsi unitariamente per pretendere diritti e salari dignitosi, saranno impegnati, secondo il progetto del ministro, a dimostrare di essere più meritevoli del proprio compagno di lavoro.
Le privatizzazioni, i tagli alla sanità e alla scuola, i licenziamenti degli “improduttivi”, non riguardano un futuro lontano, ma l’oggi. E’ necessario porre l’urgenza della costruzione di un vero sindacato di classe e di un partito realmente comunista che abbiano la forza di organizzare i lavoratori e rappresentarne gli interessi, al di fuori di logiche concertative e di compatibilità con il sistema.

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