Partito di Alternativa Comunista

IL 12 TUTTI IN PIAZZA

IL 12 TUTTI IN PIAZZA
La crisi la paghino i padroni!
FACCIAMO COME LA GRECIA!
Il 12 accerchiamo ambasciate e consolati greci
in ricordo di Alexis
UNIFICHIAMO LE LOTTE IN TUTTA EUROPA!
 
 
Il 12 dicembre sarà una giornata importante per proseguire e sviluppare una lotta generale contro il governo della borghesia che vuole scaricare la crisi del capitalismo sui lavoratori e i giovani. Qui sotto potete leggere il volantino nazionale del Pdac per lo sciopero.
Mentre prepariamo il nostro sciopero ci arrivano le notizie delle imponenti manifestazioni che attraversano e paralizzano tutta la Grecia dove è stato proclamato uno sciopero generale di 24 ore. Nonostante gli iniziali tentativi del governo (e della la stampa borghese internazionale) di ridurre il tutto a scaramucce con qualche anarchico, la realtà è ben diversa: dopo l'omicidio di Alexis Grigoropoulos da parte della polizia, si è infiammata una protesta che già aveva avuto punte avanzatissime negli ultimi mesi, coinvolgendo tanto gli studenti come i lavoratori che manifestano con uno slogan identico a quello dell'Onda in Italia: "non pagheremo noi la vostra crisi".
 
E' di grandissima importanza che le lotte contro la crisi del capitalismo si stiano sviluppando nella gran parte dei Paesi europei. Altrettanto importante è intrecciarle e coordinarle. In questo lavoro siamo impegnati anche in Europa (così come a livello internazionale) con le altre sezioni europee della Lega Internazionale dei Lavoratori (Lit - Quarta Internazionale) presenti in tutti i principali Paesi.
 
Proponiamo che venerdì 12 i cortei si concludano accerchiando le ambasciate e i consolati greci. Alexis aveva solo sedici anni e lottava come noi contro questo sistema economico e politico che può offrire solo miseria e guerre. La sua lotta è la nostra. La lotta dei giovani e degli operai greci è la nostra lotta!
Lavoratori e studenti di tutti i Paesi uniamoci contro i governi della borghesia!
 

 
NOI NON PAGHEREMO LA CRISI CAPITALISTICA
paghino le banche e i padroni
SCIOPERO GENERALE PROLUNGATO, UNITARIO E DI MASSA
 
Attacchi al salario, ai diritti e alle tutele dei lavoratori e delle masse popolari a vantaggio del padronato: questi i frutti dei diversi governi di centrodestra e di centrosinistra che si sono succeduti nel quadro dell’alternanza borghese. Il potere d’acquisto dei salari è sprofondato in fondo alla classifica tra i Paesi dell’Unione Europea, mentre i servizi sociali e sanitari subiscono i processi di privatizzazione. Dopo l’insediamento del governo Berlusconi questa aggressione, aggravata dalla crisi capitalistica, ha subito un'evidente accelerazione.
 
La crisi capitalistica viene scaricata sui lavoratori
La crisi capitalistica iniziata negli Usa, il maggiore dei centri imperialisti, già a settembre ha investito come un uragano tutti gli altri continenti. In Italia, come nel resto del mondo, le maggiori banche sono entrate in sofferenza, le grandi aziende, dopo aver licenziato i precari, hanno fatto ricorso alla cassa integrazione, le medie e piccole aziende, senza più credito, hanno iniziato a chiudere. il padronato, uscito rafforzato dal governo di centrosinistra, utilizza quelle leggi che hanno privato di diritti e tutele i lavoratori precari (Pacchetto Treu, Legge Biagi, Pacchetto Damiano) e gli immigrati (Leggi Turco Napolitano e Bossi Fini, Pacchetto sicurezza) per far pagare la crisi ai lavoratori. I lavoratori immigrati oltre al lavoro perdono il permesso di soggiorno e, se il Governo bloccherà i flussi, aumenteranno per loro sfruttamento e lavoro nero; i lavoratori delle piccole aziende sotto i 15 dipendenti e i precari si ritrovano, dopo il licenziamento, senza ammortizzatori sociali; gli altri lavoratori in cassa integrazione devono sopravvivere con 600-700 € al mese con il rischio che sopraggiunga il licenziamento!
 
Governo, Confindustria e sindacati padronali
Due vertenze esemplificano la direzione di marcia che intendono perseguire padronato, governo e burocrazie sindacali: l’accordo Alitalia/Cai e la vertenza dei ferrovieri sulla sicurezza e per il reintegro al lavoro del delegato alla sicurezza Dante de Angelis. Nel primo caso ai lavoratori in cassa integrazione si impone un duplice percorso: il licenziamento, oppure, per i più fortunati, la riassunzione in Cai con conseguente perdita dei livelli contrattuali e retributivi, condizione che, per decreto, viene estesa a tutti i lavoratori le cui aziende sono in amministrazione controllata. Nel secondo caso ai ferrovieri si impedisce di esercitare il diritto di sciopero. Queste due vertenze, congiuntamente all’accordo separato del commercio, sostanziano i contenuti del nuovo modello contrattuale, così come espresso nelle “Linee Guida” firmate da Cisl, Uil e, per il pubblico impiego Ugl, ai tavoli rispettivamente con Confindustria, Governo e Associazioni imprenditoriali artigiane. Intanto i ministri Brunetta e Sacconi attraverso interventi legislativi intendono mettere in discussione la contrattazione collettiva e, perfino, il diritto di sciopero. Ma su tutto spicca la controriforma Gelmini che smantella la scuola pubblica e privatizza l’Università. Intanto continuano ad aumentare le spese militari di guerra, mentre, in attesa del federalismo fiscale, si avvia la privatizzazione degli ospedali: dopo la truffa dei Fondi pensione, arrivano i Fondi per la sanità.
 
Il Partito di Alternativa Comunista ritiene che l’unica via d’uscita, dal punto di vista dei lavoratori, dalla crisi capitalistica sia la costruzione di una vertenza generale contro il governo e il padronato sulla base di una piattaforma unificante dei lavoratori, degli studenti, degli immigrati. Lo sciopero generale di questo 12 dicembre che vede la partecipazione della Cgil, della Cub, del Sdl, della Conf. Cobas è un evento di enorme importanza, anche se ancora insufficiente (la Cgil ha proclamato solo 4 ore di sciopero con piattaforma inadeguata). Ma questo  appuntamento, malgrado il freno delle burocrazie sindacali, può essere l’inizio di un reale percorso di lotta verso un grande sciopero generale, prolungato, unitario e di massa che blocchi il paese, spazzi via questo governo reazionario e indichi a chiare lettere che i lavoratori non intendono pagare la crisi dei padroni.

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