Roma invasa di lavoratori
immigrati e nativi. La manifestazione di sabato 17 ottobre ha aperto l'autunno
delle lotte.
Si prosegue venerdì 23 con lo
sciopero generale indetto dal sindacalismo di base.
Qui sotto il volantino
distribuito dai militanti del Pdac alla manifestazione di sabato e qualche foto
(altre foto, a breve, nella apposita sezione del nostro sito
web).
La verità è che i padroni hanno bisogno dei lavoratori immigrati, ma li vogliono esclusivamente come braccia da lavoro, ricattabili, spogliati di ogni diritto. Ciò comporta che per tutta la classe lavoratrice vi è una perdita di diritti, in un crudele gioco al ribasso.
La crisi economica rende più acute le contraddizioni del sistema capitalistico. Il disagio sociale creato da disoccupazione, licenziamenti, precarietà, bassi salari, mancanza di alloggio dignitoso, difficoltà ad accedere ai servizi sociali sempre più privatizzati, è incanalato dalla borghesia e dai suoi governi verso una lotta interna alla classe lavoratrice che vede contrapposti lavoratori italiani ed immigrati e porta così a episodi di intolleranza e di razzismo, oltre che al riemergere di rigurgiti neofascisti. Ma gli attacchi ai lavoratori immigrati, pur specifici nella loro violenza, sono parte dell’attacco più generale del governo e del padronato a tutta la classe operaia. Per battere questo disegno ed il razzismo e la xenofobia da esso scatenato è quindi necessario costruire una forte unità di classe tra tutti i lavoratori italiani e immigrati. E’ necessario unificare le lotte che stanno crescendo nel Paese, rompere la frammentarietà della classe lavoratrice, per dire chiaramente che i lavoratori, senza distinzione di nazionalità, non vogliono pagare la crisi del sistema capitalistico e per questo rivendicano:
* esproprio senza indennizzo e sotto controllo operaio delle fabbriche che licenziano operai di ogni nazionalità;
* assunzione di tutti i disoccupati, italiani e immigrati, con riduzione delle ore lavorative (a parità di salario) dei lavoratori assunti;
* regolarizzazione di tutti i lavoratori "in nero";
* permesso di soggiorno senza condizioni;
* cancellazione di tutte le leggi che rendono il lavoro precario;
* diritto alla casa e ai servizi sociali gratuiti per i lavoratori italiani e immigrati;
* diritto di voto, diritto all'asilo senza condizioni e diritto alla cittadinanza immediata per i figli dei lavoratori immigrati;
* unità internazionale dei lavoratori contro le ristrutturazioni capitalistiche e contro le politiche razziste e neocoloniali dei paesi imperialisti, per la chiusura dei centri di detenzione e contro i respingimenti alle frontiere;
* creazione di comitati di lavoratori immigrati e italiani nei luoghi di lavoro e nei quartieri per organizzare le lotte e l’autodifesa contro ogni forma di xenofobia e razzismo.