PROGRAMMA ELETTORALE
ELEZIONI COMUNALI DI VICENZA 13-14 APRILE 2008
PARTITO DI ALTERNATIVA COMUNISTA
DA UNA PARTE SOLA:
CON LE LAVORATRICI, I LAVORATORI E LE MASSE POPOLARI
I marxisti e le elezioni
Il
Partito di Alternativa Comunista partecipa alle elezioni comunali di Vicenza
per portare, anche nello scontro elettorale amministrativo, un'analisi e una
proposta in favore dei lavoratori e delle masse popolari della città.
La
presenza in queste elezioni della lista del Partito di Alternativa Comunista è
tanto più significativa di fronte alla rinuncia in ambito nazionale dei simboli
del movimento operaio da parte dei partiti che hanno costituito la Sinistra
arcobaleno, un soggetto politico socialdemocratico subalterno al Partito
democratico. Un partito, quest'ultimo, espressione dei poteri forti della
finanza e delle imprese, come dimostra la candidatura alle politiche di Massimo
Calearo, ex presidente di Assindustria di Vicenza e di Federmeccanica e di
Matteo Colaninno, ex presidente dei giovani industriali di Confindustria
A
differenza della Sinistra Arcobaleno, i cui dirigenti si propongono di entrare
nelle giunte e nei consigli di amministrazione assieme ai liberali, il Partito
di Alternativa Comunista intende salvaguardare l'indipendenza del movimento
operaio e delle masse popolari dalla borghesia e l'opposizione intransigente ai
suoi governi, nazionali e locali. Come tutta la storia del movimento operaio
dimostra, infatti, solo con la lotta di lavoratori, precari, studenti e
pensionati poveri, disoccupati, è possibile mantenere e conquistare nuovi
diritti e nuove tutele, solo distruggendo questo sistema capitalistico di
sfruttamento e di guerra è possibile costruire un altro mondo possibile: il
socialismo.
D'altronde la recente
esperienza di governo Prodi, caduto sotto il peso dell'immondizia e di un clan
familiar-affaristico, dimostra come i lavoratori in regime capitalistico non
hanno governi amici.
Il
PdAC è stato nei fatti l'unico partito che si è opposto in modo netto al
governo Prodi e alla sua politica economica e sociale ed estera, antioperaia e
di guerra.
Le
elezioni per noi sono un campo di lotta, una lotta per diffondere e far
conoscere il nostro programma ai lavoratori, ai precari, agli studenti e ai
giovani, coscienti che il nostro principale terreno di costruzione del partito
comunista sono le lotte sul territorio, gli scioperi, le agitazioni. I nostri
candidati sono già dei tribuni del nostro programma, i nostri eventuali eletti
non avranno, per statuto, nessun privilegio economico e saranno in prima fila
nella difesa degli interessi immediati e futuri di una parte sola: i
lavoratori, le lavoratrici e le masse popolari.
1. Il quadro economico e sociale
La classe dominante
La
città di Vicenza è inserita tra le aree maggiormente industrializzate del
Nordest del paese. Nel territorio di questa provincia sono presenti oltre 89
mila imprese con una netta prevalenza dei comparti commerciali e
manifatturiero. Il tessuto industriale, costituito principalmente di piccole e
medie imprese, presenta una forte diversificazione produttiva: dalla meccanica
alla concia, dall'oreficeria al tessile-abbigliamento, dalla ceramica al legno
fino all'agro-alimentare. Un'economia fortemente integrata nel contesto
dell'Unione Europea, entro cui si verifica circa il 50% dell'interscambio
commerciale, un'economia aperta ai mercati internazionali, prevalentemente
statunitense e a seguire asiatico.
La
crisi capitalistica iniziata negli Stati Uniti d'America, già interessa
l'Europa e l'Italia. Non c'è dubbio che la borghesia vicentina vorrà far pagare
la crisi proprio ai lavoratori e alle masse popolari del Paese e della città,
per questo candida il suo massimo esponente nelle liste del Pd. Il Pd non è l'unico partito di riferimento
della borghesia vicentina, essa infatti si esprime anche nella destra del
Popolo della libertà e Lega Nord, oppure nel centro cattolico conservatore,
come l'Udc.
I
programmi politici di questi partiti, infatti, sono sostanzialmente
sovrapponibili, aventi come elemento comune l'ispirazione antioperaia,
antipopolare e di guerra.
La presenza di una classe lavoratrice internazionale
La città è inserita in un territorio provinciale dove è presente una numerosa classe lavoratrice, oltre 350 mila addetti, di cui il 47% è costituito da classe operaia occupata nell'industria. Salariati sempre più precari sul piano contrattuale, non solo perché almeno il 40% del totale dei lavoratori è occupato in imprese con meno di 15 dipendenti (dove non si applica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori) ma anche perché metà delle assunzioni effettuate in questi ultimi anni sono di tipo precario utilizzando le norme del Pacchetto Treu e Legge 30. La forza lavoro di riserva utilizzata dalla borghesia vicentina è costituita, stante il basso livello di disoccupazione in provincia (circa il 3,5%), dai lavoratori immigrati (circa il 25% delle nuove assunzioni). Questi sono assunti prevalentemente a livelli inferiori, più sfruttati e precari (utilizzando le leggi Turco Napolitano e Bossi Fini) nei settori industriali (metalmeccanico, concia e costruzioni), in quelli dei servizi alle imprese (pulizia e facchinaggio) e alle persone (assistenza agli anziani). Ne consegue che la composizione del proletariato vicentino, come nel resto della regione, è sempre più internazionale. Questi lavoratori e lavoratrici sono privi di diritti politici, sono sottoposti a leggi razziste e a discriminazioni razziali, proprio per questo è urgente la loro organizzazione sindacale e politica: il Partito di Alternativa Comunista è al loro fianco in questa lotta.
Il degrado morale e politico della giunta di centrodestra
Da parte della giunta di destra che ha governato la città c'è stata una gestione privatista e da "cosa loro" che ha suscitato scalpore anche in ambienti conservatori . Parlando solo dei dirigenti comunali evidenziamo il conflitto d'interessi emerso con la nomina di dirigente all'urbanistica della moglie del sindaco, lo scandalo della dirigente al personale nominata senza possedere i requisiti tecnici e professionali necessari e con il parere contrario dell'ANCI tanto da arrivare il 16 dicembre 2007 all'annullamento da parte del TAR dell'assunzione per illegittimità, l'assunzione di un portavoce del sindaco (90.000 euro annui di nostri soldi), l'ex assessore alle pari opportunità la cui poltrona è stata sacrificata per beghe interne ma alla quale, per consolazione, è stato dato l'incarico quale posizione organizzativa (circa ottomila euro all'anno di soldi nostri) in un ufficio nel quale non c'è praticamente nessuno da organizzare.
Il degrado ambientale
Vicenza
è ai primissimi posti delle città più inquinate d'Italia. Nel 2008, ma la
situazione è purtroppo stabile da anni, i 35 giorni che la legge permette di
"sforare" con livelli di pm10 superiori ai 50 microgrammi per metro cubo, sono
stati raggiunti già il 19 febbraio. Ma, sempre più spesso, i valori
d'inquinamento sono elevatissimi (fino a 200 microgrammi/metro cubo) e per
molti giorni consecutivi. E' dimostrato dai recenti studi scientifici che: "le
micropolveri portano a ospedalizzazioni e anni di vita in meno. L'inquinamento
aumenta, sia a breve sia a lungo termine, i rischi di trombosi venose ed
embolie polmonari. Lo smog è solo uno tra i molti fattori di rischio per la
salute e importante è l'effetto moltiplicatore dei veleni dell'aria: le
micropolveri favoriscono lo sviluppo di malattie, aggravano i loro sintomi e
arrivano a provocare morti premature".
Il Partito di Alternativa
Comunista ritiene improrogabile il divieto di transito alle auto in tutto il
centro della città con la predisposizione di un servizio continuo, per studenti
e lavoratori, di bus elettrici che conducano gratuitamente nei punti principali
del centro e della periferia.
Per
la difesa della salute e contro il degrado ambientale in questi anni sono
cresciuti numerosi movimenti e comitati. Il Partito di Alternativa Comunista
s'impegna a collaborare attivamente con i comitati e le associazioni che si
mobilitano in città per la salvaguardia dell'ambiente e della salute.
La privatizzazione dei servizi
Anche Vicenza è protagonista di un costante e progressivo processo di smantellamento e privatizzazione dei servizi comunali, sociali e sanitari. Tale sviluppo assume in alcuni casi forme dichiarate in altre striscianti, come nel caso del blocco del turn-over dei lavoratori ospedalieri che cessano l'attività lavorativa. In provincia questo processo investe nel frattempo le case di riposo e gli ospedali pubblici (pensiamo alla ventilata chiusura di Schio e Thiene per costruirne uno con la partecipazione di capitali privati), e i servizi comunali esternalizzati. Il Partito di Alternativa Comunista è a fianco dei lavoratori e delle masse popolari per la salvaguardia dei servizi pubblici, contro qualsiasi tentativo di privatizzazione. Rivendichiamo, pertanto, la salvaguardia della natura pubblica dell'AIM, che deve essere gestita sotto il controllo dei lavoratori e degli utenti, unica soluzione alla vergognosa spartizione politica fra Forza Italia, A.N. e Lega effettuata attraverso i costosissimi consigli di amministrazione sorti al seguito dello spezzatino delle aziende e alle consulenze che hanno rubato negli ultimi anni centinaia di migliaia di euro alle casse pubbliche, politiche queste che hanno portato la Magistratura ad occuparsi del buco di circa centocinquantamilioni di euro creato da fiduciari di questi partiti.
Per il diritto alla casa
Il Partito di Alternativa
Comunista si batte perché sia garantito il diritto alla casa a tutti i
lavoratori, italiani e immigrati, per questo sostiene i comitati di lotta per la
casa.
Il PdAC sostiene l'abolizione dell'Ici sulla prima e unica casa,
mentre ne rivendica l'applicazione progressiva, sotto il controllo dei
lavoratori, sulla grande proprietà immobiliare, industriale, commerciale,
finanziaria e dei servizi, nonché sulle medesime attività della chiesa
cattolica e del Vaticano. Il PdAC, proprio per contrastare la speculazione
edilizia e immobiliare, ritiene necessario ridurre drasticamente gli affitti e
sostenere un vasto programma di edilizia popolare, proprio per questo le case
sfitte devono essere requisite ed assegnate ai senza casa per garantire un
diritto inalienabile dei lavoratori: il diritto alla casa.
Per quanto riguarda la gestione del patrimonio comunale dato
all'AMCPS sono necessarie norme più chiare e realmente applicate affinché
questo patrimonio venga mantenuto e valorizzato e affinché gli abitanti possano
realmente, nei fatti, praticare una vera autogestione ed un controllo reale per
la salvaguardia e la valorizzazione delle abitazioni comunali, al di fuori e
contro qualsiasi gestione nepotista del patrimonio pubblico e contro una
gestione al limite del conflitto d'interessi.
Per la difesa dei diritti delle donne
Oggi dopo un secolo di lotte per i diritti e l'emancipazione delle donne, queste sono costrette a scendere in piazza per difendere quanto si riteneva acquisito su un piano di civiltà. Dal Papa a Giuliano Ferrara, dai governi alle corporazioni mediche, spira una vandea reazionaria contro le donne, una vandea che deve trovare una ferma opposizione. Proprio per questo il PdAC, assieme al movimento di lotta delle donne, difende la L. 194, lotta per l'esclusione dei movimenti integralisti cattolici dai consultori e dai reparti di ginecologia, rivendica il controllo delle donne, italiane e immigrate, sull'erogazione e la gestione dei servizi a tutela della maternità cosciente.
Per una reale cultura alternativa
A Vicenza la cultura è stata gestita, con la passata amministrazione, in maniera "squadrista" e il teatro "budellone" con il quale l'ex sindaco ha voluto passare alla storia, spendendo i nostri soldi, è quasi ingestibile. Un teatro sproporzionato con un risibile boccascena di 20 metri. Un teatro utile solo alla megalomania di una ristretta casta realizzato grazie anche alla vendita della Centrale del latte, un'azienda pubblica e sana. Per portare la cultura e il teatro alla città sarebbe bastato ristrutturare e ampliare i numerosi teatri già esistenti, portando il teatro nei quartieri e vicino alla gente. Non sono state valorizzate a Vicenza, né prima dal centro sinistra né poi dal centro destra, le libere compagnie vicino alla gente, i numerosi artisti che non hanno accettato di diventare i portatori d'acqua di questo o quel politico. Un monopolio della cultura, da parte del centrosinistra e del centrodestra , che ha portato progressivamente, in ogni campo, allo svilimento delle migliori risorse presenti a Vicenza.
2. I comunisti, la Sinistra e il sindacato a Vicenza
Una storia di lotta, il ruolo di Pietro Tresso (Magrè di Schio 1893- Haute Loire 1944?)
Il movimento operaio vicentino ha una lunga tradizione di lotta: dalle lotte degli operai e delle operaie tessili di Schio, nei primi anni del novecento, alla fondazione del sindacato, la CGdL; dalla solidarietà alla Rivoluzione d'Ottobre del 1917 alla nascita del Partito comunista d'Italia nel 1921 con un ruolo dirigente del comunista rivoluzionario Pietro Tresso, in prima fila nell'opposizione trotskista allo stalinismo negli anni trenta e fondatore della Quarta Internazionale di Trotsky nel 1938, assassinato da agenti stalinisti in Francia durante la Resistenza al Nazifascismo; dalla Resistenza operaia e popolare al Nazifascismo alle lotte degli operai della Marzotto nel 1968-1969.
La capitolazione della sinistra di governo
Oggi le forze della sinistra vicentina (Verdi, Sd, Pdci, Prc) costituendo la Sinistra arcobaleno, quale soggetto politico socialdemocratico, hanno rinnegato questa grande tradizione di lotta e di indipendenza di classe, e, nonostante si presentino alle elezioni di Vicenza in modo indipendente dal Pd,, hanno dimostrato ampiamente di essere subalterni alle forze del Partito democratico, partecipano o vogliono partecipare alle giunte di governo con questo partito espressione della grande borghesia e delle banche, che porta avanti programmi contro i lavoratori e le masse popolari. Questi partiti della sinistra di governo hanno sostenuto il governo Prodi, governo di guerra, come è stato definito dal movimento pacifista vicentino dopo il parere favorevole espresso alla costruzione della nuova e più grande base militare statunitense nel nostro territorio.
Il sindacato a Vicenza e in provincia
Il sindacato vicentino, in particolare la burocrazia sindacale
della Cgil, ha rappresentato sul terreno sociale la stessa politica della sinistra
di governo sul terreno politico: il ruolo di ammortizzatore e freno delle
lotte. Una politica che si accentuerà anche a livello locale dopo l'apertura
del tavolo sulla riforma del modello contrattuale su cui stanno trattando Cgil,
Cisl e Uil assieme alle associazioni imprenditoriali.
Un ruolo certamente più avanzato nella difesa dei diritti e delle
tutele dei lavoratori hanno svolto i sindacati RdB Cub e la sinistra Cgil, la
Rete 28 aprile, e in parte la categoria dei metalmeccanici della Fiom in Cgil. All'interno
di questi sindacati, a Vicenza soprattutto all'interno della CUB, militano con un ruolo di avanguardia i
compagni e le compagne del Partito di Alternativa Comunista.
Contro la guerra, la costruzione della Ederle due e per la conversione ad usi civili dei siti militari
La
lotta per la chiusura e la conversione ad uso civile delle basi militari vede
impegnati a livello internazionale tutti
i compagni delle organizzazioni aderenti alla Lit-CI (Lega Internazionale dei
Lavoratori - Quarta internazionale). E' stato quindi assolutamente naturale per il Partito
di Alternativa Comunista (sezione italiana della Lit-CI) offrire il proprio contributo, attraverso il
lavoro di analisi e militanza dei propri compagni e compagne presenti nel
territorio vicentino, nella lotta contro il progetto di una nuova base militare
USA nell'area dell'aeroporto Dal Molin e nella creazione di comitati di lotta
che chiedono la conversione ad usi civili della caserma Ederle e di tutti i
siti ad essa collegati.
Allo stesso tempo il Partito di Alternativa Comunista sostiene le
iniziative del movimento vicentino contro la guerra e in modo particolare l'importante lavoro svolto dal "Comitato
degli abitanti e dei lavoratori di Vicenza est - Contro la costruzione di una
nuova base a Vicenza - Per la conversione della caserma Ederle ad usi civili
"- e dal Sindacato CUB di Vicenza che hanno recentemente aperto a Vicenza il
primo centro in Italia di appoggio alla diserzione dei soldati Usa.
L'impegno
a livello locale del partito è inserito nella battaglia più generale contro la
guerra imperialista e coloniale e contro le politiche di guerra dei governi,
siano essi di centrodestra e di centrosinistra. Il Partito di Alternativa
Comunista offre il proprio contributo a tutte le iniziative contro la
militarizzazione del territorio, consapevole di essere l'unico partito, fra quelli
che si presenteranno alle elezioni, realmente e coerentemente schierato contro
la guerra.
L'opposizione di classe e comunista
I fatti degli ultimi anni ci confermano ancora una volta che i lavoratori in regime capitalistico non hanno governi amici, e di conseguenza non possono avere nemmeno amministrazioni comunali amiche, in quanto i rappresentanti locali, al di là di sporadiche prese di distanza su questo o quel provvedimento tanto eclatanti quanto nei fatti inutili (ricordiamo le autosospensioni), nella realtà sono il braccio operativo locale di decisioni già prese in ambito nazionale. Il governo Prodi, sostenuto dalla Sinistra arcobaleno e dai sindacati concertativi, ha operato una politica sociale ed economica contro i lavoratori e le masse popolari, a favore dei poteri forti delle banche e delle imprese. Solo per fare qualche esempio: due manovre finanziarie "lacrime e sangue" con tagli ai servizi sociali, alla scuola pubblica, alla sanità e nel contempo elargendo milioni di euro alle imprese; smantellamento del sistema previdenziale pubblico e rapina del Tfr; conferma della precarizzazione del lavoro e delle norme contro gli immigrati, a partire dal mantenimento del sistema dei CPT; smantellamento della pubblica amministrazione e privatizzazione dei servizi pubblici essenziali; ingresso dei capitali privati nella scuola e nella sanità pubblica. Sulla politica estera si è caratterizzato per l'aumento delle spese militari, il rifinanziamento delle guerre imperialiste in Afghanistan, Libano, ex Yugoslavia ed altri teatri di guerra; sostegno alla costruzione di una più grande base militare statunitense a Vicenza.
D'altra parte il governo regionale di Galan, sostenuto dalla Lega
Nord e dal Popolo della libertà, è stato con tutta evidenza un governo
espressione delle organizzazioni padronali della regione e portatore di una
politica reazionaria in tutti i settori di sua competenza: dalla
privatizzazione della sanità (compreso l'inserimento per primo del ticket al
pronto soccorso) al finanziamento delle scuole private, dallo scempio del
territorio ai finanziamenti alle imprese, dalla lotta contro i diritti delle
donne, a partire dal tentativo di stravolgere la legge sull'interruzione di
gravidanza, all'attacco ai diritti dei lavoratori.
Non meno negativo è il nostro giudizio verso la giunta di
centrodestra del sindaco Hullweck e della giunta provinciale del presidente
Schneck, giunte di centrodestra che abbiamo visto all'opera nella difesa degli
interessi padronali e statunitensi.
Tutti questi governi, nazionali e locali, hanno visto la ferma
opposizione del Partito di Alternativa Comunista attraverso la nostra presenza alle manifestazioni dei
lavoratori e delle lavoratrici sia sul terreno sindacale che sul terreno della
lotta contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, dalla difesa
dei servizi pubblici essenziali alla difesa dei diritti delle donne, dalla
solidarietà internazionalista alla lotta contro la guerra.
Un fronte unico di classe contro i padroni e i suoi governi
Poniamo
all'attenzione dei lavoratori e delle masse popolari, delle loro organizzazioni
sociali e politiche la necessità di costruire una piattaforma in grado di
unificare in un fronte unico di lotta i lavoratori delle industrie e dei
servizi, del commercio e del pubblico impiego, i disoccupati e i lavoratori
precari, i lavoratori italiani e immigrati. Una piattaforma che abbia come
obiettivo la difesa del potere d'acquisto del salario e delle pensioni, dei
diritti e delle tutele.
Un
movimento di lotta, che veda anche Vicenza protagonista, per una vertenza
generale contro il governo e il padronato, che difenda:
il Contratto collettivo nazionale di lavoro
quale strumento di solidarietà tra tutti i lavoratori, di garanzia di aumento
salariale, di difesa dei diritti e tutela dall'arroganza padronale; i servizi
sociali, la scuola e la sanità pubblica contro il loro smantellamento e
privatizzazione, per l'abrogazione dei ticket sanitari e dei finanziamenti alla
scuola privata; la previdenza pubblica contro ogni aumento dell'età
pensionabile, la difesa del Tfr/Tfs contro la rapina dei Fondi pensione; i
lavoratori precari contro le leggi precarizzanti e per la loro cancellazione; i
lavoratori immigrati nella loro lotta per i diritti politici e per la
cancellazione delle leggi razziste, il diritto al permesso di soggiorno e per
la chiusura dei Cpt; i lavoratori licenziati e messi in mobilità dalle aziende
che chiudono o delocalizzano altrove la produzione; infine ma non per
importanza i diritti delle donne contro il tentativo oscurantista del Vaticano,
delle forze integraliste cattoliche e delle corporazioni mediche.
Un grande fronte unico di
lotta che comprenda i partiti del movimento operaio e il sindacalismo di
classe, i Comitati contro la guerra e contro la costruzione della base militare
al Dal Molin, i Comitati in difesa del territorio, i Comitati delle donne, i
Comitati degli studenti contro la guerra e in difesa della scuola laica e pubblica.
Un
programma che a partire da rivendicazioni transitorie (la nazionalizzazione
sotto controllo operaio delle aziende che chiudono o delocalizzazano; la
ripubblicizzazione sotto controllo degli utenti e dei lavoratori dei servizi
sociali ed essenziali, della scuola e della sanità; la chiusura e la
conversione ad uso civile delle basi militari, a partire dall'Ederle) pongono
la necessità, ad ogni livello politico e quindi anche a quello comunale, di un
altro governo: un governo dei lavoratori.